qualifiche universitarie e diplomi che danno lavoro

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grandaniele
icon10  view post Posted on 17/10/2007, 17:04




ciao

da articolo che abbiamo pubblicato anche noi metto questa sintesi sulla
classifica redatta dall'Istat sulle qualifiche universitarie che danno
maggiori possibilità di trovare lavoro.

I dati diffusi a fine maggio dall'ISTAT nell'ambito dell'indagine annuale sull'inserimento professionale dei laureati sono illuminanti:
Ogni anno in Italia si iscrivono all'università circa 330.000 giovani.oltre la metà di questi non finisce gli studi. Nel 2001 si laureano 154.324 giovani. Di questi nel 2004 solo 86.146 risultano aver trovato un lavoro continuativo: il 56% del totale.
Come spesso accade in Italia, intorno alla media c'è molta varianza di percentuali a secondo del tipo di laurea conseguita come indica la tabella seguente:

Percentuali di laureati con un lavoro continuativo a 3 anni dalla laurea anno 2004

Gruppo di corsi di laurea %

gruppo ingegneria 81,3

gruppo chimico- 72,4
farmaceutico

gruppo economico- 67,9
statistico

gruppo architettura 59,9

gruppo agrario 58,8

gruppo scientifico 56,9

gruppo politico- 54,8
sociale

gruppo linguistico 53,3

gruppo geo-biologico 52,8

gruppo psicologico 51,6

gruppo insegnamento 50,1

gruppo letterario 45,3

gruppo giuridico 41,3

gruppo educazione 19,4
fisica

gruppo medico 19,2


totale 55,8

fonte: eleaborazione dati ISTAT

Nota Alagoas-Dalla tabella si evince che sono fanalino di coda con appena 19 su 100 i laureati in medicina che godono di un lavoro continuativo a tre anni dalla laurea.
Ma va considerato il fatto che dopo la laurea si deve fare la specializzazione che dura dai 5 ai 6 anni. Senza di questa certo è difficile avere una occupazione.
Oppure bisogna fare dottorato di ricerca medica (3 anni) o diventare Medico di Medicina Generale, MGG, (3 anni di corso).


All'apice invece risultano 81 su 100 gli ingegneri in possesso di un'occupazione stabile ad un triennio dal completamento degli studi.

Al di sotto degli ingegneri, ma sopra la media nazionale, troviamo i laureati chimico-farmaceutici, quelli del gruppo economico-statistico e gli architetti.

Al di sotto dell'aliquota di 56 occupati per 100 laureati si collocano i laureati in discipline politico-sociali, letterarie e giuridiche.

Riguardo alla tipologia di contratto dei laureati al lavoro ad un triennio dalla laurea, i contratti a tempo indeterminato sono largamente maggioritari nel caso di laureati in discipline chimico-farmaceutiche, in ingegneria, in materie economico-statistiche.

Le collaborazioni coordinate e continuative hanno invece un peso significativo per i laureati del blocco politico-sociale, per i laureati in lettere e per quelli del gruppo psicologico.

DIPLOMATI

In crescita in maniera consistente la domanda di diplomati (oltre 290.000 entrate, contro le quasi 236.000 del 2006). Tra i diplomi più richiesti quest’anno - e in deciso aumento rispetto al 2006 – quello dell’indirizzo amministrativo e commerciale (99.500 entrate contro le 76.400 dell’anno precedente), che si conferma il più richiesto dalle imprese (concentra infatti da solo ben un terzo delle richieste complessive di diplomati). Spicca quest’anno anche la crescita dell’indirizzo turistico-alberghiero (26.600 assunzioni, +6.500 in confronto al 2006), che supera l’indirizzo meccanico (che, con 2.200 entrate in più, arriva a sfiorare le 23.000 entrate). Segue l’indirizzo elettrotecnico (10.600 assunzioni), mentre quello edile si conferma al quinto posto nelle richieste degli imprenditori.


e ricordo anche che nella sezione FORMAZIONE-UNIVERSITA'
di Alagoas potete trovare articoli inerenti le MIGLIORI FACOLTA' per ogni SINGOLA DISCIPLINA tratti dalla Grande Guida all'Università del quotidiano La Repubblica elaborata dal Censis
 
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†BabyIero†I'mNoyOkay_MCR
view post Posted on 7/11/2007, 19:29




modestamente...ki se ne frega???
 
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+†ChemicaL.Suicide†+
view post Posted on 7/11/2007, 19:37




Vi prego nn parliamo di diplomi o robe varie anke xk nn mi prpr di parlarne dato ke qst a mio parere è l'anno + merdoso di tt la mia vitaa!
 
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grandaniele
view post Posted on 8/11/2007, 23:46




non è oggligatorio parlarne..e solo un suggerimento gratis che volevo darvi
 
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coolflame
view post Posted on 3/2/2008, 13:34




Bè buono.. io sto facendo ingegneria....
 
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-->ve_x_ra<--
view post Posted on 3/2/2008, 13:41




bè io sono sia scientifico che agrario XD
indi non va tanto male.. secondo la classifica..
 
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<†(BloOdy FrAnkY)†>
view post Posted on 4/2/2008, 20:38




CITAZIONE
Vi prego nn parliamo di diplomi o robe varie anke xk nn mi prpr di parlarne dato ke qst a mio parere è l'anno + merdoso di tt la mia vitaa!

come sai già...KONCORDO PIENAMENTE!
 
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grandaniele
view post Posted on 5/2/2008, 18:59




ma questa è la sezione "Scuola" di che cosa vorreste parlare allora ?
 
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*YlLs*
view post Posted on 5/2/2008, 19:58




:O grazie!.
..il 45,3 per il gruppo letterario non è tanto buono ma abbastanza speranzoso, se mai mi laureerò in italia (-.-)
 
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grandaniele
view post Posted on 5/2/2008, 21:14




Sulle lauree umanistiche ci sarebbe da parlare in modo approfondito. Perchè questa nostra società moderna molto tecnologica premierà sempre di più le lauree scientifiche, dall'Ingegneria alla medicina.
Ma anche le lauree umanistiche se ben utilizzate possono comunque dare opportunità lavorative, ma bisogna specializzarsi e avere un occhio di riguarda ad esami ed esigenze del mondo del lavoro.
Chi vuole può leggere questo interessante articolo che abbiamo pubblicato che ne parla:

http://www.alagoas.it/Formazione/formazione34.asp
 
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*YlLs*
view post Posted on 6/2/2008, 18:49




letto tutto grazie mille :)
 
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grandaniele
view post Posted on 7/2/2008, 20:46




ti è servito leggere l'articolo ?
 
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*YlLs*
view post Posted on 8/2/2008, 15:24




E' il caso del 62 % dei laureati in psicologia, del 35 % dei laureati in filosofia . ...
...
...
questa parte è stata la più interessante. ma non ho capito molto sulle possibilità lavorative in ITALIA di questi ultimi.

Edited by *YlLs* - 14/2/2008, 16:39
 
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grandaniele
view post Posted on 13/2/2008, 19:55




Ti lascio questo articolo da leggere che pubblicheremo anche noi anche se un pò datato:

Laureati in scienze politiche? Uno su quattro cerca lavoro


A un anno dalla laurea quasi il 24 per cento è ancora disoccupato. Sei punti percentuali in più della media dei laureati. Le differenze con gli altri si riducono solo dopo cinque anni. I risultati dell’indagine di AlmaLaurea presentata oggi all’università di Messina in occasione della giornata di studio dei presidi di Facoltà di Scienze Politiche.

Sono tra i laureati che hanno il più alto tasso di disoccupazione. A un anno dal conseguimento del titolo uno su quattro di chi esce dal Scienze Politiche è ancora alla ricerca di un impiego e, tra quelli che lo trovano, quasi la metà incappa in un contratto atipico. Sono questi alcuni dei risultati dell’indagine sui laureati in Scienze Politiche presentata oggi dal Consorzio AlmaLaurea all’università di Messina in occasione della giornata di studio dei presidi di Facoltà di Scienze Politiche.

Le difficoltà maggiori per entrare nel mercato del lavoro si registrano soprattutto all’inizio. Dopp dodici mesi, il 23,4 per cento dei laureati di queste facoltà è ancora alla ricerca di un impiego. Ovvero quasi sei punti percentuali in più di quanto non succeda alla media dei laureati (18,1 per cento). La differenza si va però attenuando nel tempo. Dopo tre anni la forbice si restringe a solo un punto percentuale (9,6 per cento contro l’8,6 per cento). Solo dopo cinque anni non ci sono più differenze (4,4 per cento e 4,6 per cento).

E quelli che il lavoro riescono a trovarlo? Il 54, 3 per cento dopo dodici mesi ha già preso posto in un’impresa o in una pubblica amministrazione. La percentuale, relativa ai laureati che hanno seguito il percorso di laurea precedente alla riforma, è ad ogni modo condizionata dall’elevato numero di studenti-lavoratori che caratterizza questo indirizzo di studi.

Tra i laureati del 2006 gli studenti-lavoratori di scienze politiche erano stati, tra i pre-riforma, il 18,5 per cento, ovvero più del doppio di quelli della media universitaria (il 9,5 per cento). E tra quelli del “post-riforma” il 14,1 per cento con punte massime del 31,3 per cento nell’insieme degli “ibridi”, ovvero di chi è passato ai corsi triennali dopo essere stato iscritto ai vecchi percorsi.

Gli studenti-lavoratori si concentrano soprattutto nei corsi di scienze dell’amministrazione e scienze sociologiche. Più attenuata invece la loro presenza nei rami di studio relativi a scienze politiche e relazioni internazionali e quelle del servizio sociale.

A conferma di quanto detto, anche i dati di dettaglio relativi agli occupati dopo il primo anno. Il 35,3 per cento prosegue infatti un lavoro che aveva iniziato prima della laurea (sono il 26,5 nel totale delle facoltà) mentre quelli che hanno iniziato a lavorare dopo il conseguimento del titolo sono solo il 45,8 per cento, molti meno del valore complessivo delle università del consorzio (il 56 per cento).

Questa caratteristica spiega anche la maggiore “stabilità” iniziale delle tipologie contrattuali di chi esce dalle facoltà di scienze politiche. A un anno dalla laurea hanno infatto un impiego stabile il 41,6 per cento dei laureati (contro il 38,4 per cento della media) e hanno un impiego atipico il 45,9 per cento (contro il 47,4 per cento). Dopo cinque anni però la quota degli atipici si attesta al 27,4 per cento, ovvero un punto percentuale in più rispetto alla media nazionale.

Per quanto riguarda i laureati “triennali”, la gran parte si iscrive alla specialistica (il 38,9 per cento), il 32,1 per cento lavora mentre il 20,1 per cento fa tutte e due e un’esigua percentuale si è messa alla ricerca di un impiego.

Se si guarda invece alla paga, si scopre quello che può sembrare un paradosso. Dopo un anno i laureati del “vecchio ordinamento” arrivano a guadagnare in media 1.079 euro, ovvero pressoché lo stesso dei “triennali” che portano a casa ogni mese 1.036 euro. Anche questo fenomeno però è spiegabile con la presenza di un elevato numero di studenti che hanno già un impiego e una retribuzione precedente alla laurea. Sono infatti i corsi di studio dove sono più presenti gli studenti lavoratori quelli con le retribuzioni più elevate.

Fonte: miojob.repubblica.it 12 ottobre 2007
 
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